Autore: Pino Imperatore
Titolo: De vulgari cazzimma.
Sottotitolo: I mille volti della bastardaggine.
Descrizione: Edizione in formato 8° (cm 20 ' 13); 208 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Cento Autori, dicembre 2008
Collana: Humour Lab
ISBN13: 978-88-95241-55-5
Disponibilita': NO
Ogni linguaggio da' un nome alle cose che sono ritenute importanti dal gruppo sociale che lo parla. Può accadere quindi che vocaboli sviluppati in una lingua non ammettano un corrispettivo esatto in altre lingue; non perché manca semplicemente una parola per ridefinirle, ma perché il concetto espresso, rilevante per una certa comunita', non è abbastanza significativo in un'altra comunita'.
Il termine tedesco Sehnsucht, ad esempio, non denota un'ordinaria "nostalgia" e per rendere il significato in italiano si deve far uso di perifrasi ardite: "tensione a desiderare ciò che è consapevolmente inarrivabile". Anche per l'inglese spleen non è sufficiente riferirsi ad un generico "male di vivere", né l'etimologica "milza", sede degli umori, rischiara le idee. Bisogna perciò, in ambo i casi, invocare una serie di contesti in cui il vocabolo è pertinente nella lingua originaria e lasciare che s'intuisca per analogia, un po' alla volta, il senso.
Allo stesso modo appare intraducibile il napoletano cazzimma perché l'idea che la parola esprime non è fotografata dalla lingua italiana né, a quanto è dato sapere, da altre lingue: la stratificazione delle sfumature pertinenti alla nozione di cazzimma può essere allora compresa soltanto se si riproduce l'esperienza del parlante nativo.
In questo delizioso saggio Pino Imperatore esplora con la levita' dell'aneddotica e con la grazia del suo raffinato umorismo una serie di circostanze nelle quali un napoletano parlerebbe a ragion veduta di cazzimma. Il risultato è un libro gustoso e brillante, colto e divertente, che fa luce su un vocabolo senz'altro oscuro ai parlanti non napoletani ma in realta' - come si scopre via via nella lettura non del tutto conosciutoneppure dai napoletani stessi.
Il termine tedesco Sehnsucht, ad esempio, non denota un'ordinaria "nostalgia" e per rendere il significato in italiano si deve far uso di perifrasi ardite: "tensione a desiderare ciò che è consapevolmente inarrivabile". Anche per l'inglese spleen non è sufficiente riferirsi ad un generico "male di vivere", né l'etimologica "milza", sede degli umori, rischiara le idee. Bisogna perciò, in ambo i casi, invocare una serie di contesti in cui il vocabolo è pertinente nella lingua originaria e lasciare che s'intuisca per analogia, un po' alla volta, il senso.
Allo stesso modo appare intraducibile il napoletano cazzimma perché l'idea che la parola esprime non è fotografata dalla lingua italiana né, a quanto è dato sapere, da altre lingue: la stratificazione delle sfumature pertinenti alla nozione di cazzimma può essere allora compresa soltanto se si riproduce l'esperienza del parlante nativo.
In questo delizioso saggio Pino Imperatore esplora con la levita' dell'aneddotica e con la grazia del suo raffinato umorismo una serie di circostanze nelle quali un napoletano parlerebbe a ragion veduta di cazzimma. Il risultato è un libro gustoso e brillante, colto e divertente, che fa luce su un vocabolo senz'altro oscuro ai parlanti non napoletani ma in realta' - come si scopre via via nella lettura non del tutto conosciutoneppure dai napoletani stessi.