societa politica e banditismo sociale giuseppe o. luceraAutore: Giuseppe Osvaldo Lucera
Titolo:  Società, politica e banditismo sociale
Prefazione di Valentino Romano
Descrizione: Volume in formato 8°; 472 pagine.
Luogo, Editore, data: Tricase (LE), YouCanPrint, settembre 2013
ISBN: 9788891121882
Prezzo: Euro 23,00
Disponibilità: In commercio

 


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"Lucera ha un modo di scrivere che rende avvincente e accattivante qualsiasi argomento tocca. Specie poi se tali argomenti sono già di per se interessanti, come certamente lo è quello del banditismo sociale, tema del libro che stiamo presentando. Anche perché il banditismo – come appropriatamente afferma Valentino Romano nella prefazione – contrariamente a quanto certa letteratura ricorrente lascia supporre, non è appannaggio esclusivo del Sud d’Italia , ma di tutti i Sud del mondo, cioè di tutte le terre laddove è più acuto il disagio sociale.
     Noi quando inizialmente ci siamo avvicinati al libro cercavamo, piuttosto semplicisticamente, le motivazioni che portarono al brigantaggio, dopo che i piemontesi nel 1860 invasero il Regno delle Due Sicilie. Ma man mano che andavamo avanti nella lettura il quadro si ampliava e diventava sempre più complesso. Lo stesso Lucera ci veniva incontro affermando: “In questo saggio non ci occuperemo, nello specifico, del brigantaggio socio-politico, poiché già oggetto di nostri precedenti lavori editi”. E ci tornava alla mente il suo ponderoso studio sul brigantaggio, in quattro volumi, dal titolo Vicende di un’altra storia.
     Il libro si divide in due parti, la prima studia come nascono e si organizzano le diverse società umane soffermandosi sul ceto della borghesia regolato dalla cosiddetta dottrina liberale, la seconda parte studia il comportamento di alcuni personaggi che si sono opposti al ceto borghese: i banditi sociali. Il periodo storico che viene analizzato è piuttosto ampio, parte dall’anno Mille fino ad arrivare al 1900 (il cosiddetto secolo breve).
     Sorvolo sulla prima parte dove sono riportati “appunti” di Sociologia con particolare approfondimento della civiltà contadina, dove si parla delle tre rivoluzioni borghesi: quella inglese, quella americana, quella francese, dove si approfondiscono le condizioni di coloro che nulla hanno, dove si sintetizzano i pessimi risultati della cosiddetta riforma agraria di Puglia, Lucania e Molise, dove si esaminano le rivolte di massa (ad esempio quella dei Ciompi a Firenze, quella dei pastorelli in Francia, quella della scarpa in Germania, quella degli Hussiti in Boemia, quella degli Ugonotti in Francia, e le quattro insorgenze vandeane nella Francia che si affaccia sulla costa atlantica).
     Cito però una frase, che mi ha fatto sorgere qualche dubbio e che avrebbe bisogno di qualche approfondimento: «le vicende attinenti al brigantaggio non accaddero all’interno di rivolte di massa, ad eccezione di quelle cittadine, ma furono delle vere e proprie azioni di guerriglia armata portate avanti da singoli uomini o gruppi di essi, contro invasori o governi ritenuti stranieri ed oppressivi»......"
Brano tratto dal Diario di Rocco Biondi - Blog 

 


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