Diario segreto di Ferdinando IV di Borbone. A cura di Umberto CaldoraCuratore: Umberto Caldora
Titolo: Diario segreto di Ferdinando IV di Borbone
Descrizione: Volume rilegato in tela con sovracoperta illustrata, in formato 8° (cm 24 x 16,5); 585 pagine; illustrazioni in b/n fuori testo a tutta pagina; fregio sul piatto anteriore e titoli al dorso in oro; sovracoperta ingiallita, con un piccolo strappo val bordo superiore e piccole macchie; una macchia di scoloritura al piatto anteriore e piccolissime mancanze a quello posteriore
Luogo, Editore, data: Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1965
Condizioni: ottime
Note:
Disponibilità: NO

 


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Ferdinando IV (poi I) - rimasto sul trono di Napoli per 65 anni (1759-1825) - è la figura più suggestiva della sua dinastia. Da una parte gli avvenimenti politici di notevole importanza succedutisi durante il suo lungo regno, dall'altra le singolarità del suo carattere fanno di lui - per molti motivi - un personaggio di rilievo, che sempre ha suscitato largo interesse negli storici e nei letterati. Su di lui si sono particolarmente appuntati gli strali della satira e l'attenzione dell'aneddotica, assai spesso gonfiando e distorcendo i fatti al punto da trasformare il Sovrano in una sorta di bizzarro buffone.

Certo, Ferdinando IV, il cosiddetto «Re lazzarone » o - come diceva il Carducci - «il re fanciullo che mangia i maccheroni a teatro », prestò facilmente il fianco al sarcasmo tanto della polemica politica, pure posteriore, quanto delle conversazioni dei salotti. E la polemica su di lui - insorta sin dalla fine del '700, sovente con accenti violenti ed amari - neanche oggi può dirsi del tutto sopita. A definire la figura di Ferdinando IV, come Sovrano e come uomo, cioè tanto nella sua attività di governo quanto nella sua vita quotidiana, concorre particolarmente la sua autobiografia, quale può considerarsi questo inedito Diario, scritto tutto di mano del Re, giorno per giorno, dal 12 maggio 1796 sino al 3 gennaio 1825.
Peculiarità di questo eccezionale documento, rimasto sinora sconosciuto, è la sua evidente sincerità, dovuta alla segretezza che lo circondava. Infatti, i giudizi che vi sono annotati - specie nei riguardi della moglie, la famosa Maria Carolina - escludono che il Diario potesse essere veduto da altri. Il Diario originale comprende 28 volumi manoscritti, di recente ceduti dai discendenti dei Borboni di Napoli allo Stato italiano. Esso viene ora pubblicato per la prima volta in 4 volumi, ognuno dei quali abbraccia un periodo organico della vita del Sovrano e può, quindi, rimanere del tutto indipendente dagli altri, giacché la natura stessa del Diario non stabilisce una stretta continuità di fatti e di narrazione.
L'edizione è stata curata da Umberto Caldera, noto e valoroso studioso di storia meridionale, che si occupa particolarmente del periodo borbonico. Per la buona conoscenza delle fonti archivisticbe e della bibliografia relative ai Borboni, il Caldora ha accresciuto l'interesse del Diario con opportune note che chiariscono ed integrano i passi ed i riferimenti, in modo da ricostruire la cornice di avvenimenti e di personaggi, l'ambiente insomma entro il quale si svolgeva ciascuna giornata di Ferdinando IV.
Il Caldera ha utilizzato anche varia documentazione inedita, soprattutto la corrispondenza privata del Sovrano con la moglie, i figli e diverse persone vicine al Re; sicché il Diario, mentre riuscirà assai utile agli studiosi e agli appassionati di storia meridionale, sarà un testo intellegibile pure al comune lettore e rivelerà altre, numerose notizie relative ad uomini e fatti della Corte e del Regno. I! Diario consente di seguire la vita di Ferdinando IV giorno per giorno, negli accadimenti marginali o decisivi della giornata, di scoprire quali fossero del Re i pensieri e le impressioni, di verificarne inclinazioni ed abitudini, di notare le persone di cui si circondava o fidava, di coglierne giudizi su uomini e cose: e di ricavare, quindi, un profilo storico, umano e psicologico di Ferdinando IV di assoluta attendibilità. Tutto il tumulto degli anni fortunosi di regno - giacobini e Francesi, fughe e ritorni, guerre e trionfi, crisi finanziarie e vertenze diplomatiche, rivoluzioni ed esecuzioni capitali, ecc. - s'interseca con il continuo ricorrere e prevalere della caccia e della pesca, delle feste e dei teatri, sullo sfondo di Napoli o di Palermo, di Caserta o di Portici, di Persano o dei Colli: motivi, questi, idilliaci e giocondi per il Sovrano, non turbati neppure dai continui e violenti dissidi con la regina Maria Carolina, li cui mutevolissimo umore e la cui frequente violenza sono la più costante e spesso sinistra nota quotidiana delle pagine del Diario, nel quale Ferdinando segnava persino le periodiche indisposizioni della moglie o gl'intimi piaceri coniugali che questa gli concedeva.
La varietà delle notizie è d'avvero notevole: dalle confidenze sulla vita privata alle descrizioni di luoghi del Regno e fuori del Regno, dalle occupazioni agricole ai giudizi su personaggi napoletani e stranieri, dalle accoglienze qua e là ricevute alle piccole cure del Sovrano, quali la preparazione di fuochi artificiali o le prove di danza. Questo volume contiene integralmente, senza nessuna omissione, il testo completo del Diario dal 12 maggio 1796 sino al 31 dicembre 1799. Proprio nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna d'Italia. Il regno di Napoli - oscillante tra velleitari propositi di offesa e disperali rimedi di difesa - si arma, provvede alla leva, raduna volontari. Ferdinando si reca in Terra di Lavoro ed in Abruzzo ad ispezionare, talvolta con la moglie, gli accantonamenti delle truppe ed i preparativi bellici; ma nello stesso tempo cerca la pace con Napoleone. Quando questa sarà faticosamente conclusa, il sovrano potrà occuparsi quasi esclusivamente della caccia e della pesca, di S. Leucio e di altri svaghi, tutte cose del resto alle quali non rinunzia neppure nei momenti più gravi. E potrà anche recarsi in Puglia per il matrimonio del primogenito Francesco, percorrendo in largo ed in lungo per qualche mese quella contrada. Ma l'occupazione francese di Roma torna a turbare la tranquillità del Re; finché si arriva alla breve ed ingloriosa campagna di Roma del 1798, alla facile rotta dell'armata napoletana, alla fuga dello stesso Ferdinando da Roma a Napoli e poi da Napoli a Palermo.
La Repubblica Napoletana del 1799 non dura che pochi mesi; 1'8 luglio Ferdinando IV è già nelle acque di Napoli, ma non scende a terra. Ritorna in Sicilia, poco propenso a rientrare definitivamente a Napoli, di nuovo sua. Il volume si chiude con la festa che, a fine dicembre, per desiderio del Sovrano, vede raccolti intorno a lui quanti, un anno prima, ne avevano condiviso le sorti e l'amarezza.

 


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