Curatore:
Titolo: Il Cilento tra due guerre
Presentazione di Giuseppe Galzerano,
Prefazione di Atanasio Mozzillo,
Seconda edizione
Descrizione: Volume in formato 8°; 168 pagine; con foto
Luogo, Editore, data: Casalvelino Scalo (SA), Galzerano, 2018
Collana:
ISBN: 9788895637358
Prezzo: Euro 12,00
Disponibilità: In commercio
Fame, arroganze padronali, ricatti, contrabbandi, corruzioni, schiavitù, rivolte, occupazione di terre incolte coinvolgono preti, podestà, forze dell’ordine, contadini, latifondisti e donne. Quella raccontata nel libro è storia duramente sofferta e patita, recente e viva, anche se in parte sconosciuta.
L’autrice, con una serie di interviste ai rappresentanti delle diverse classi sociali, ricostruisce la vita sociale del Cilento nel periodo tra i due conflitti mondiali da diversi punti di vista: da quello della borghesia professionista e intellettuale a quello del proletariato agricolo, indagando anche le condizioni di sfruttamento, servitù e miseria che la popolazione era costretta a subire in una terra travagliata.
Il libro analizza le cause dello sfaldamento della piccola e media borghesia e fa luce sul fenomeno delle occupazioni delle terre da parte delle masse agricole che - spronate dagli ex combattenti della prima guerra mondiale e sventolando le bandiere rosse della speranza e della lotta - spaventarono i latifondisti cilentani.
Dalle interviste emerge la vita di stenti dei contadini, ignorata dai padroni che li offendono e li calunniano per la loro legittima aspirazione al possesso delle terre, dalle quali con tanto sudore strappavano poco e dove - come afferma un intervistato - tutto «giunge sempre col silenziatore».
Oltre ad offrire ragguagli sulle condizioni di vita del bracciantato fino all’arrivo delle truppe alleate, sulla condizione della donna (per lo più serva dei servi!) e sul timore reverenziale nei confronti della figura paterna, il libro affida alla viva voce di chi li ha vissuti il ricordo e il giudizio su episodi di storia reale, come il fascismo, lo sbarco e la liberazione degli alleati, il bombardamento di Vallo della Lucania e l’incendio della
foresta del Monte Gelbison. E, grazie agli intervistati che rispondono nel loro dialetto, viene trascritta anche una «parlata» che sta scomparendo.