VILLE VESUVIANE - Cesare De Seta, Leonardo Di Mauro, Maria PeroneAutori: Cesare De Seta, Leonardo Di Mauro, Maria Perone
Titolo: Ville vesuviane.
Fotografie: Mimmo Jodice e Antonio Nigro
Rilievi e disegni: Raffaele Ferrigno
Descrizione: Edizione rilegata in tela verde, con titolo a caratteri in oro su copertina e dorso, con sovraccoperta illustrata, in cofanetto rigido, in formato 4° (cm 31 x 23); 391 pagine; imponente apparato iconografico (foto, disegni, prospetti, sezioni) in b/n e a colori, con molte foto a colori a tutta pagina.
Esemplare in condizioni eccellenti.
Luogo, Editore, data: Milano, Rusconi Immagini, 1980
Collana: Ville Italiane
Disponibilità: No

 


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Con l'eccezione di alcune aree particolari, l'Italia meridionale presenta un repertorio assai più limitato, nel settore delle ville storiche, rispetto a quanto è dato riscontrare nell'Italia centrale e ancor più nell'Italia settentrionale. L'area delle Ville Vesuviane è una di queste, un territorio che si estende dall'area napoletana fino alle falde del Vesuvio nella zona di Torre del Greco, stretta fra la costa del golfo e le propaggini collinari della zona vulcanica, dove, in una concentrazione eccezionale, si addensano oltre 130 complessi monumentali.


Il volume illustra pertanto un patrimonio che ha caratteristiche quanto mai particolari, sia per la peculiarità geografica del territorio considerato, stretto fra l'attrazione costiera del golfo partenopeo e l'incombenza quasi mitica di un fondale paesaggistico costituito da un vulcano in attività, sia per la vicenda storica che giustifica il fenomeno della grande proliferazione, dalle manifestazioni tardo-cinquecentesche peraltro continuative di una tradizione antichissima alla massima fioritura settecentesca provocata dalla realizzazione della residenza regale a Portici.

Correttamente il rapporto fra natura ed architettura incentrato sulla presenza del Vesuvio viene sottolineato come matrice dominante di tutto un processo: l'attrazione panoramica del «pittoresco» come elemento promotore della scelta per la villeggiatura si sposa alla convenienza di una ubicazione territoriale favorevole per gli investimenti agricoli grazie alla floridezza dello stesso terreno vulcanico. E l'architettura, se talvolta è modesta, quasi sottomessa a questa predominanza del sistema paesistico in cui si colloca, talvolta vede protagonisti alcuni dei più celebri architetti napoletani. Non si spiegherebbe altrimenti la formazione del cosiddetto* celebre «Miglio d'oro», il lungo rettifilo costiero dove si produsse il massimo della concentrazione nelle vicinanze del modello più prestigioso, la reggia di Portici per l'appunto, così mirabilmente visualizzato e valorizzato da quello straordinario documento cartografico che è la mappa che prende il nome dal Duca di Noja — colui, cioè, che la patrocinò nel 1750 — e che venne pubblicata nel 1775.

Quanto mai interessante è quindi l'analisi delle diverse caratteristiche che l'architettura delle ville assunse a seconda dell'ubicazione più o meno localizzata vicino al mare, più o meno ambientata sulle falde del Vesuvio; e, in relazione a ciò, più indirizzata al collegamento con la destinazione agricola di un complesso articolato o più orientata al godimento precipuo della villeggiatura.

La fortuna e la conservazione di un così importante patrimonio hanno risentito forse maggiormente che altrove delle travagliate vicende storiche verificatesi nelle aree meridionali della penisola; ma forse più che in tutte le altre zone del territorio italiano hanno subito l'impatto delle più recenti trasformazioni urbanistiche e sociali. La dilapidazione è stata immensa, ciò che resta versa in condizioni disastrose. Una rovina indegna che non è stato ancora possibile arrestare.

 


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