libro GESTI D’ARAGONESI ET DI SFORCESCHI - Giovanni Antonio AntodariAutore: Giovanni Antonio Antodari
Curatore: A cura di Raffaele Nigro
Titolo: Gesti d’Aragonesi et di Sforceschi
Sottotitolo:
Descrizione: Volume in8º maggiore, di cm 18 x 22,5; rilegato con cucitura a filo refe; sopraccoperta illustrata; pagine 252
Luogo, Editore, data: Matera, La Bautta, 2008
Collana: La Mandragora, Collana di testi della tradizione letteraria del Mezzogiorno d'Italia. I
ISBN: 9788885425542
Condizioni: nuovo
Prezzo: Euro 25,00
Disponibilità: Limitata

 


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Conservato presso la Biblioteca Nazionale “Marciana” di Venezia, e proveniente dalla libreria di Apostolo Zeno, il bel manoscritto del poema di Giovanni Antonio Antodari viene per la prima volta pubblicato, in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Joseph and Mary Agostine Library” di Palazzo San Gervasio : in esso si racconta delle guerre che si scatenarono nel Regno di Napoli, all’indomani della caduta di Manfredi di Svevia, fino alla incoronazione di Filippo II.

Gesti d’Aragonesi et di Sforceschi è un poema epico dell’inizio della seconda metà del Cinquecento, composto di sei canti, ognuno in ottave di ternari alternati, con coda a rima baciata. Ogni canto è introdotto da un breve riassunto in prosa. Nelle prime due strofe di ognuno di essi il poeta di Montescaglioso si concede una riflessione che ci offre la sua idea del mondo, della visione generale della morale e dei valori, la sua posizione in tema di filosofia e di fede, secondo una moda strutturale invalsa già con il Boiardo e l’Ariosto.

Antodari, nato a Montescaglioso, in provincia di Matera, è vissuto per molti anni a Gravina di Puglia come precettore in casa Orsini. Scrisse prima del 1557 questo poema in volgare per celebrare le famiglie degli Sforza e degli Aragona, dalle quali discendeva Bona Sforza, signora di Bari.
I referenti mai citati del poema sono sicuramente le cronache dei fratelli Matteo e Giovanni Villani e rappresenta per la Lucania e il Mezzogiorno una tappa interessante nell’evoluzione della scrittura e delle forme letterarie.

Peccato che, ad oggi, di questa evoluzione nessuno abbia ancòra preso coscienza: evidentemente, i pur importanti giacimenti petroliferi ci rendono impermeabili alla conoscenza di quelli letterari.

 


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