Stefano Capone
Stefano Capone, studioso di grande poliedricità professionale, si è distinto nel campo dello scibile del sapere, spaziando da argomenti inerenti la storia moderna, il teatro, lo sport.
Capone ha diretto numerosi spettacoli teatrali e collaborato con più case editrici, ricoprendo al loro interno incarichi importanti. È stato direttore della prestigiosa collana editoriale “Documenti, Studi e Ricerche sul Regno di Napoli”, delle Edizioni del Rosone “Franco Marasca” di Foggia. Si laureò nel 1983 in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Napoli, riportando la votazione finale di 110/110, con una tesi in Sociologia della Letteratura: Documenti dell'impresa teatrale del primo periodo dell'opera buffa (relatore prof. Michele Rak).
Negli anni compresi tra il 1987-96 Capone fu docente ordinario di materie letterarie presso istituti superiori di secondo grado, ma la sua passione era insegnare all’Università.
Tra le attività didattiche, svolte presso il Dipartimento di Filologia Moderna dell'Università degli Studi di Napoli nel corso di Sociologia della Letteratura, figurano nell’anno accademico 1985-86 la conduzione di un seminario su “I teatri della melocommedia” e nel 1986-87 su “La melocommedia e l'opera buffa nella Napoli del ' 700”.
Nel 1993 animò un ciclo di lezioni su “L'impresa teatrale della commedia per musica” presso il corso di Storia della Critica Letteraria del Magistero di Arezzo (Dipartimento di Letterature Moderne e Scienze dei Linguaggi).
Già nella sua tesi di dottorato aveva disquisito sull'opera comica napoletana, di cui fu un profondo conoscitore. Secondo Capone, questa forma poco conosciuta di spettacolo musicale e teatrale fu di fondamentale importanza nella storia della letteratura, della musica settecentesca e del melodramma ottocentesco. Le sue influenze hanno determinato varianti del gusto, del costume e del vivere, alimentando una maniera teatrale europea (l'opera buffa), il dramma giocoso goldoniano, il dramma per musica mozartiano e il mito della "scuola napoletana". La ricerca, basata sull'indagine diretta delle fonti primarie verbali e musicali (libretti e partiture) e su documenti d'archivio, ricostruisce la storia di un genere unico e realizzabile solo a Napoli in un preciso momento storico (l'avvento del viceregno austriaco).
Il lavoro è diviso in 5 capitoli: I. Teorici e critici dell'opera comica. II. Teatro e musica a Napoli. III. I libretti. IV. I due poli: l'opera comica napoletana e il dramma giocoso veneziano. V. L'impresa d'opera: impresari, librettisti, cantanti e addetti ai lavori. L'analisi dei reperti archivistici e della storiografia tradizionale consente a Capone di ricostruire anche il percorso imprenditoriale dell'opera comica, di tracciare i profili dei suoi autori, impresari, musicisti, addetti ai lavori, di delineare il suo spirito di opera moderna e collettiva, di identificare il suo pubblico e di stabilirne i costi di gestione.