Matteo Mazziotti

MATTEO MAZZIOTTI, discendente da un’antica famiglia di cospiratori della borghesia cilentana, originaria di Celso, nel comune di Pollica, nasce a Napoli il 17 giugno 1851, quando suo padre, per sfuggire a una condanna a morte della magistratura borbonica per i fatti del 1848, è in esilio a Genova.
Anche la madre, la baronessa Marianna Pizzuti, colpita da ordine di carcerazione, con l’accusa di aver distribuito ai soldati volantini mazziniani, si rifugia a Genova, dove nel 1855 muore di colera.
Nel 1854 raggiunge i genitori nell’esilio. Seguendo il padre respira fin dalla tenera età l’atmosfera delle rivolte e delle congiure e con il passare degli anni, partendo della sua terra, riprende il «racconto» di fatti e avvenimenti legati alla famiglia e al risorgimento cilentano, che si intrecciano assiduamente, allargando i suoi interessi di storico alla provincia di Salerno, all’Italia e alla Francia.
Conseguita la laurea in legge presso l’Università di Napoli, dal 1878 al 1907 è consigliere provinciale per il collegio di Pollica. Nelle elezioni politiche del 1882, con 3.515 voti, è deputato al Parlamento italiano per il collegio di Vallo della Lucania, dove è riconfermato nel 1886 e nel 1890. Dal 1892 al 1909 si candida nel collegio di Torchiara, dov’era stato eletto fin dal 1861 il padre. Più volte sottosegretario, nel 1909 il re lo nomina senatore. L’interesse per la ricerca storica sulla partecipazione degli antenati al processo risorgimentale cilentano nasce nel 1895 dalla volontà e dall’esigenza di ripercorrere e ritrovare i sentieri della memoria familiare e, a partire dal 1904, pubblica una serie di importanti volumi, che sono gli unici nella scarsa pubblicistica storica cilentana.
Due sue opere sono tradotte in francese. Presidente dell’Istituto Italiano di Storia del Risorgimento pubblica diversi saggi storici. Muore a Roma il 1 giugno 1928, nell’anno centenario della rivolta del Cilento, alla quale aveva dedicato le sue ricerche.