Autore/i: Lino Cannavacciuolo
Produzione: George V records - Stefano Cecchi Records - Marocco Music
Anno di produzione: 2003
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: 3 esemplari
SEGESTA è un concerto denso di potere evocativo e forza vitale, misterioso e poetico, che fa rivivere gli antichi suoni della tradizione popolare di tutto il Sud d'Italia metabolizzati ed interpretati da un musicista che continuamente ricerca e sperimenta: ritmi popolari come la pizzica e la tarantella, sapientemente miscelati all'elettronica, si mescolano alle influenze africane, arabe e greche a loro volta contaminate dalla musica tzigana dove la sensibilità artistica e le doti di Lino Cannavacciuolo si esprimono al meglio.
Talento, virtuosismo, grandi capacità compositive ed interpretative si fondono in una musica ipnotica e nell'eleganza espressiva.
Nelle sue mani il violino prende vita e compone una melodia struggente e appassionata, o ancora egli percuote lo strumento fino a liberarne un ritmo ancestrale testimone di un vero e proprio rito liberatorio. In ogni concerto, infatti, si assiste come ad un rito irrinunciabile in cui Lino Cannavacciuolo libera l'anima attraverso il suo violino.
Un disco che è come un viaggio attraverso tempi e luoghi e che parte proprio da Segesta, antica città siciliana della Magna Grecia, per poi toccare le coste sarde ed approdare alla campana Pozzuoli. Con l'odore del Mediterraneo che sale prepotente su per le narici e con un tocco di magia che pervade tutta l'opera non è difficile vedere gli scenari cambiare; e non sono solo i frutti di una fervida immaginazione ma anche, e soprattutto, le deliziose scelte stilistiche di Cannavacciuolo e del suo ensemble d'eccezione (oltre alla band figurano tra gli ospiti Peppe Barra, Tullio De Piscopo, Elena Ledda, Daniele Sepe e molti altri) che ci mostrano il Vesuvio dominare con il suo caratteristico rilievo conico il deserto tunisino o le donne sarde ballare ondeggiando i loro inconfondibili abiti negli stretti vicoli di Napoli.
Regala emozioni il violino di Cannavacciuolo: lascia rigare il viso di lacrime per poi far salire gli angoli della bocca fino a sorrisi teneri; sa riempire l'animo di malinconia ma anche di innata e traboccante gioia.
Gli undici brani sono frammenti di culture, usi e costumi: fotografie in bianco e nero dalle quali fanno capolino colorati particolari. La title-track apre il lavoro: gocce di dolcezza diventano fiumi di intensità. Sa lughe e Nu' poco 'e bbene pulsano tradizione sarda e melodia mediterranea; ricche di pathos le interpretazioni di Elena Ledda.
Abballabbà è frizzante e coinvolgente, induce a danze sfrenate e brindisi senza tregua; si riprende fiato con la tenue delicatezza di Viaggio che si trasforma presto in urgenza. Quella di approdare alle sicure acque del golfo di Napoli in cui risuona una Serapis geniale per il suo sposare l'etnia alle soluzioni elettroniche gestite, come al solito in maniera egregia, da Mario Conte.
Memento è struggente e la dedica a coloro che hanno perso la vita lottando contro mafia e camorra la rende ancor più speciale. La tristezza assale ma la risposta, sotto forma di speranza, sembra risiedere in Nanadiè che esplode in mille raggi di sole dopo sofferenti litanie.
Elenco dei brani:
Segesta
Sa lughe
Abballabbà
Viaggio
Serapis
Memento
Kasba
Danze
Nù poco'è bbene
Nanadiè
Las Ramblas
I Musicisti:
violin, viola, violin zeta 5 corde: Lino Cannavacciuolo
vocal: Peppe Barra, Elena Ledda, Simonetta Soro, Maria Ilenya Trozzolo, Antonio Infantino, Marzuk Mejiri
batteria: Tullio De Piscopo
flauto: Daniele Sepe
percussioni, kalimba: Paul Dabirèe
launeddas: Luigi Lai
chitarra battente: Antonello Ricci
tastiere: Ernesto Vitolo
basso: Roberto D'Aquino
programmazione, fender rhodes: Mario Conte
classic guitar, bouzuki, mandolin: Paolo Del Vecchio
tammorre: Ivan La Cagnina
contrabbasso: Sasà Pelosi
flauto: Gino Evangelisti
trombone: Roberto Schiano
clarinetto: Francesco Banchini