i_figli_di_partenopeAutore: Giuseppe Alliegro
Titolo: I figli di Partenope
Sottotitolo: Divagazioni sulle virtù dei napoletani
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 19 x 12,5); 241 pagine; 1 illustrazione a colori fuori testo; libro usato, ma in ottime condizioni
Luogo, Editore, data: Napoli, Edizioni Sirena, novembre 1973
Disponibilità: No

 


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L'Autore ha scritto questo libro “con il solo desiderio di dare un piccolo contributo di gratitudine ai figli avventurosi della più avventurosa fra le città mediterranee”. Chi ama Napoli non può fare a meno di leggerlo, anche perché, essendo un libro di verità, è stato composto secondo i canoni della parola classicamente intesa ed amata. Ironia sottile, perspicace osservazione degli uomini e delle cose, giusta rappresentazione delle idee, mai rese aspre da personalismi volgari, ed una costante, serena vena poetica di elevazione, sono i  pregi dell'opera, che certamente affascinerà molte generazioni innamorate del culto vivificatore della gens partenopea.



Dall'indice:
Primo incontro
Napoletanità (I)
Napoletanità (II)
Amore per il dialetto
La risposta pronta
Osvaldo Acconciagioco, ovvero della sopravvivenza
Il napoletano e la politica
Sciò, sciò, ciucciuvé
Intermezzo - L'anarchico partenopeo e la libertà
Farsi i calli
Odio contro la retorica e la fiducia nella nemesi
I sensi dei napoletani
S.Gennaro, santo napoletano
Della 'nziria
Dello sfizio
Gli sfizi che vorrei togliermi io
Colloquio nell'oltretomba con 7 grandi napoletani

Giuseppe Alliegro è nato a Padula (Salerno) il 14 gennaio 1916. Dopo aver compiuti gli studi classici nella Badia di Cava e quelli universitari a Roma, si laureò in giurisprudenza discutendo una tesi sul “Matrimonio concordatario” col prof. Arturo Carlo Jemolo, in netta opposizione alle teorie della cosiddetta “difesa della razza”.
Chiamato alle armi durante l'ultimo conflitto mondiale, fu inorridito testimone di selvagge infoibazioni di connazionali in Balcania. Dopo l'armistizio, partì da Udine ed attraversò le linee nemiche, riuscendo avventurosamente a sottrarsi alla cattura dei nazifascisti. Fermatosi a Salerno, capitale dell'Italia liberata, venne autorizzato dal comando alleato (P.W.B.) a dirigere un settimanale politico-satirico, il “don Chisciotte”.

Il foglio 53 dell'Agenzia alleata “United Nations News Service” del giorno 3 marzo 1944 così commentò l'avvenimento: “Il primo periodico intenzionalmente umoristico, pubblicato in Italia da quando il fascismo ha soppresso l'umorismo indipendente insieme alla libertà personale, è apparso oggi nelle vie di Napoli. Nel primo numero redattori, scrittori e caricaturisti si sbizzarriscono a spese dei loro ex oppressori fascisti; Mussolini, Hitler, le sorelle Petacci, il re Vittorio ed il principe Umberto, fra gli altri, sono presi in giro in una quantità di scherzi e disegni umoristici.”
Politicanti dei tempi nuovi e uomini che salgono al potere sono ugualmente sottoposti allo scrutinio, al commento inquisitorio del “don Chisciotte”.
Il vero programma di base dei settimanale è ispirato alle idee di libertà. In testa ad esso fa bella mostra un pensiero di William Lloyd Garrison, il propugnatore del controschiavismo americano: “Con gli uomini ragionevoli, ragionerò; con gli umani, supplicherò; ma ai tiranni io non darò quartiere, né sprecherò le mie ragioni colà dove sarebbero buttate”
Il settimanale, diffuso in tutta l'Italia meridionale, ben presto raggiunse la tiratura di 50.000 copie, cifra fantastica per quei tempi.
Per un articolo antimilitarista: “Basta con la guerra” fu soppresso con decreto prefettizio, sollecitato dalla miope demagogia di alcuni partiti politici, che vollero in tal modo sfogare il proprio livore contro l'Alliegro, accanito fustigatore del malcostume e degli arrivisti, ovunque annidati.
Questi ricorse al Consiglio di Stato contro l'iniquo provvedimento, difeso dall'avvocato Giovanni Selvaggi. La quarta
sezione del supremo consesso, con sentenza del 30 maggio 1945, ridiede la voce all'audace “don Chisciotte”, che potette aggiungere agli altri suoi meriti anche quello di
avere, per primo, combattuto e vinto in difesa della libertà di stampa.

Giuseppe Alliegro ha pubblicato:
VERSI
Giovinezza canora - S.P.E. Napoli (1937); Il Libro di Eva -  Carabba, Lanciano (1938); Aria del mio paese – Fiorentino, Napoli (1959).
PROSA
L'anima poetica di Giacomo Leopardi (nel centenario della morte) S.P.E. Napoli (1937); Colloqui con Cristo - Carabba. Lanciano (1939); Martirio d'Italia - Ed. “don Chisciotte” Salerno (1944); Per il Trionfo della Repubblica Italiana Salerno (1946); i Figli del Vesuvio - Colonnese, Napoli (1966); La reggia del silenzio (Certosa di Padula) - Sesta edizione.AGAR. Napoli (1971).

 


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