GLI INCUNABOLI DELLA BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI NAPOLI - Giancarlo PetrellaAutore: Giancarlo Petrella
Curatore:
Titolo: Gli incunaboli della Biblioteca Universitaria di Napoli
Sottotitolo:
Descrizione: Volume rilegato con sovracoperta, in formato 4° (cm 29,5 x 21); 416 pagine; 16 tavole fuori testo a colori
Luogo, Editore, data: Roma, Salerno, 2022
Collana: 
ISBN: 9788869736964
Condizioni: nuovo
Note:
Prezzo: Euro 168,00
Disponibilità: In commercio

 


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La Biblioteca Universitaria di Napoli ha una storia relativamente recente, sebbene il progetto di una libraria destinata agli studenti e ai docenti dell’Università, tra le prime in Italia, risalga al XVII secolo.
Inaugurata ufficialmente nel 1827, in quella che un tempo era la sede del Collegio Massimo dei Gesuiti, avrebbe dovuto raccogliere l’eredità bibliografica della naufragata Biblioteca Gioacchina istituita da Gioacchino Murat con i libri provenienti dai soppressi istituti religiosi partenopei.
Un decreto del 1819 deviò però i libri di maggior pregio dalla biblioteca dei Regi Studi alla Biblioteca Reale.
Tra questi anche la straordinaria collezione di edizioni quattro-cinquecentesche che il marchese Francesco Taccone aveva destinato nel 1812 al nascente istituto di conservazione.
Col risultato che all’Università non «toccarono che libri inservibili, e la più parte dispari», secondo l’amaro giudizio espresso a caldo dal suo Direttore, Vincenzo Flauti.
Quel giudizio può forse ora mitigarsi alla luce del primo catalogo integrale degli oltre quattrocento incunaboli conservati dalla Biblioteca Universitaria, frutto dello strenuo impegno degli allievi della Scuola di Alta formazione ‘Alberto Varvaro’ in “Storia e filologia del manoscritto e del libro antico” coordinati da Giancarlo Petrella.
Tale catalogo, a lungo atteso anche ai fini dell’accertamento patrimoniale del posseduto e qui per la prima volta offerto agli studiosi e alla collettività, restituisce la porzione più antica di quel patrimonio librario che è andato sedimentandosi nel corso di due secoli. Al tempo stesso l’analisi autoptica dei singoli esemplari consente di ricostruirne in filigrana le storie parallele, facendo riemergere frammenti della circolazione, consultazione e conservazione del libro a Napoli tra Rinascimento ed età Moderna.

 


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