L'ANARCHISMO IN ITALIA (1945-1960) - Fabrizio GiuliettiAutore: Fabrizio Giulietti
Curatore:
Titolo: L’’anarchchismo in Italia 1945-1960 
Sottotitolo:
Descrizione: Volume in formato 8°; 400 pagine.
Luogo, Editore, data: Casalvelino Scalo (SA), Galzerano Editore, 2018
Collana: Il laboratorio
ISBN: 9788895637365
Prezzo: Euro 25,00
Disponibilità: In commercio

 


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Il libro documenta e analizza il dibattito politico, sociale e culturale che si svolge sulla stampa anarchica, nelle conferenze e nei convegni, insieme alla storia e alle vicende del movimento anarchico italiano dal secondo dopoguerra all’anno simbolo del boom economico: il 1960. Un importante arco cronologico, nel quale l’Italia vive il repentino passaggio dalla società contadina (che durava da secoli) alla società industriale.

Giulietti si sofferma sulla ricostruzione dei legami tra l’anarchismo italiano e il contesto nazionale e internazionale, sullo sviluppo ideologico e politico del movimento anarchico, seguendo le varie posizioni che gli anarchici prendono sui fatti più rilevanti dell’epoca, come l’Assemblea Costituente, il referendum istituzionale repubblica-monarchia, la partecipazione e l’uscita della sinistra dal governo, il Piano Marshall, la sconfitta elettorale della sinistra nel 1948, l’amnistia e la mancata epurazione dei fascisti, l’attentato a Palmiro Togliatti, la questione triestina, il Patto Atlantico, la riforma agraria, la guerra coreana, la rivolta in Ungheria, le agitazioni contro il governo Tambroni; che sono momenti caratterizzanti della situazione politica italiana e internazionale nella quale gli anarchici si trovano a vivere e ad agire tra il 1945 e il 1960.

La dimensione analitica va oltre il ristretto orizzonte delle mere discussioni «interne» relative ai problemi tattici, strategici e organizzativi, in quanto il predominio dei partiti di massa (la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano) egemonizza la vita politica italiana, riducendo la possibilità del dialogo con le classi subalterne, creando così una democrazia lottizzata dalla partitocrazia, che blocca le lotte e le esperienze di una forza politica che è fuori e contro la logica della lotta parlamentare. Come sempre, per gli anarchici, che non si riconoscono in alcun schieramento, tutto è reso più difficile e problematico.

Con un capillare scavo archivistico e bibliografico e una complessa e articolata ricostruzione, Giulietti fornisce un prezioso e importante contributo della specificità identitaria dell’anarchismo italiano, insieme alle dinamiche e ai processi evolutivi che hanno contraddistinto gli equilibri interni e internazionali dell’epoca.

 


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