FIGLIOLI MIEI, MARXISTI IMMAGINARI - Vittoria RoncheyAutore: Vittoria Ronchey
Curatore:
Titolo: Figlioli miei, marxisti immaginari
Quinta edizione
Descrizione: Volume con copertina rigida, con sovracoperta, di cm 21,5 x 14; 174 pagine; tagli e pagine lievemente ingialliti
Luogo, Editore, data: Milano, Rizzoli, 1975
Collana: 
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Condizioni: In ottime condizioni
Prezzo: Euro 6,00
Disponibilità: 1 esemplare

 


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Con questo titolo fra l'ironico e il provocatorio, Vittoria Ronchey, insegnante di Filosofia, pubblicò nel 1975, sotto forma di diario, per Rizzoli, il resoconto della sua frustrante esperienza di docente in un liceo della periferia di Roma, negli anni della contestazione e della dirompente presenza della politica all interno della scuola italiana, aggiudicandosi il premio Viareggio Saggistica Opera Prima.
Anno scolastico 1973/74: al liceo XLI, nella periferia romana, costituito da due padiglioni prefabbricati in aperta campagna, arriva da Bergamo, armata da tutte le più buone intenzioni, una professoressa di Filosofia di mezza età, già cattedratica e con una lunga carriera di insegnamento nei licei. Il libro, che piacque stranamente (e forse ipocritamente) a tutti, compreso a comunisti e democristiani, e fu persino citato da Berlinguer in un suo discorso alla Camera, è un occasione per riflettere sui mali della scuola italiana degli anni Settanta, a cominciare dal sistema di incarico delle docenze, passando per la didattica e i programmi ministeriali, fino ad arrivare ai fumosi e inconsistenti metodi sperimentali di insegnamento e al sonno dogmatico di stampo marxista che ottenebrava le menti non solo degli studenti, ma anche della maggior parte degli insegnanti.