VIAGGIO NAPOLETANO IN SPAGNA - José Vicente Quirante RivesAutore: José Vicente Quirante Rives
Titolo: Viaggio napoletano in spagna
A cura di Augusto Guarino 
Traduzione e note di Marco Ottaiano
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 14); 184 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Tullio Pironti, 
Collana: 
ISBN: 978-88-7937-718-8 9788879377188
Prezzo: Euro 12,00
Disponibilità: In commercio

 


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Un uomo si mette in viaggio attraverso la Spagna con la sua famiglia, i suoi tre «napoletani in esilio», e compie un itinerario “dei cinque sensi”, alla ricerca di quella Bellezza che sfida il tempo e lotta contro il demone dell’oblio: dai sepolcri di Montserrat alle sculture di Nicola Salzillo, autore meritevole di aver portato «la sensibilità napoletana dalla parte spagnola del Mediterraneo»;

dalla spiaggia di Cadice, quella «Pompei andalusa» che fu crocevia di colori e sapori partenopei, alla corte del re Borbone Ferdinando VI, estasiato dalle sonate per clavicembalo di Domenico Scarlatti e consolato nelle sue malinconie dalla pregevole voce del Farinelli. E ancora, da Andrea Vaccaro a Luca Giordano a Massimo Stanzione.
Dal nord al sud della Spagna, in treno, autobus e macchina, Quirante Rives conduce per mano il lettore, addentrandosi nella memoria di una Monarchia affascinante e sempre sorprendente. Guidato idealmente da un Cicerone d’eccezione, l’abate Antonio Ponz, l’Autore viaggia per la Spagna avendo Napoli negli occhi: «Se durante gli anni napoletani ho studiato il patrimonio spagnolo a Napoli [...], adesso provo a cercare Napoli in Spagna in compagnia dell’abate Ponz».
La Napoli «dei marmi colorati, degli amabili echi orientali e delle volute senza fine»; la Napoli e quel «suo umanesimo di radice virgiliana»: è l’eredità di quel connubio tra Spagna e sud Italia, felice incontro di intelligenze e maestranze, che hanno posto talento e mecenatismo al servizio della Bellezza. Attraverso un linguaggio accurato e confidenziale, compendio di erudizione, narrativa e diario intimo, l’Autore dà vita a una scrittura “plastica”, capace di evocare luoghi sorprendentemente vivi, fotografati da uno sguardo carico di crescente meraviglia.
Un libro avvincente, in cui la piccola storia quotidiana si innesta con naturalezza nel solco della grande Storia. Un libro che vuole certamente scuotere una contemporaneità assonnata, a cui sembra rivolgersi con un costante interrogativo: qual è la nostra reazione di fronte a una così grande Bellezza?

«Napoli per gli spagnoli del Siglo de Oro non è solo, genericamente, diversa, anzi appare stranamente familiare: è di più. Nella città partenopea c’è un surplus, quasi un eccesso, di esperienza che cattura la volontà delle persone e le marca per sempre, come una cronica e recidivante malattia dello spirito, che si presenta tuttavia con il volto alternato della felicità o del malessere.
Questo percorso di assorbimento da parte degli spagnoli della cultura napoletana, intesa nell’accezione più ampia del termine, avviene in un contesto come quello del grande sistema imperiale spagnolo, nel quale Napoli costituisce la più rilevante (anche se non unica) anomalia. Durante quasi tutta la parabola dell’Impero spagnolo, essa sarà infatti non solo la città più grande e popolosa della penisola italiana, ma di tutti i territori, europei ed extraeuropei, dominati dal monarca iberico, madrepatria compresa».

(dalla Postfazione di Augusto Guarino)

 


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