NAPOLETANO? E FAMME ‘NA PIZZA! Guida ironica per sfuggire ai luoghi comuni partenopei -  Vincenzo SalemmeAutore:  Vincenzo Salemme
Titolo: Napoletano? E famme ‘na pizza!
Sottotitolo: Guida ironica per sfuggire ai luoghi comuni partenopei
Descrizione: Volume in formato 8°; 144 pagine.
Luogo, Editore, data: Milano, Baldini & Castoldi, febbraio 2020
Collana: Le Boe
ISBN: 9788893882774
Prezzo: Euro 15,00
Disponibilità: In commercio

 


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Dici Vincenzo Salemme, dici Napoli. Infatti non c’è sua opera, sia essa teatrale o cinematografica, e recentemente anche narrativa, che non ci cali nell’atmosfera del Golfo e, soprattutto, che non ce ne trasmetta i colori vividi, la filosofia, il modo di intendere la vita.
A volte però essere napoletani è difficile: bisogna farsi piacere il caffè bollente, mangiare il ragù la domenica e il capitone a Natale, saper raccontare barzellette, suonare il mandolino e cantare perfettamente intonati i grandi classici della canzone partenopea, amare la pizza sopra ogni cosa, saper nuotare e fare il bagno in ogni stagione dell’anno…

Ma come mai, si è chiesto Vincenzo, tutte queste pretese le subisce soltanto chi è napoletano mentre chi nasce da un’altra parte è in fin dei conti più libero di essere e fare quel che gli pare? È da una domanda come questa che nasce il suo nuovo libro, una confessione sincera ed esilarante che ci mostra un altro volto di Napoli e dei suoi abitanti. Attraverso un viaggio negli stereotipi e nei luoghi comuni più duri a morire, Salemme ci racconta quanta “fatica” comporta essere sempre all’altezza delle aspettative e quanto è liberatorio, invece, rompere ogni tanto gli schemi, per essere soltanto se stessi.

In parte autobiografia ironica e venata da un pizzico di appocundria, in parte passeggiata entusiasmante e tutta da gustare all’ombra del Vesuvio, questo libro è un ritratto che conquisterà napoletani e non. Perché, in fondo, un po’ di Napoli è dentro ognuno di noi…
(nota dell'editore di questa scheda: il termine "appocundria" lo abbiamo copiato pari pari dal sito di Baldini&Castoldi. Noi a Napoli diciamo e scriviamo "pucundria" ... e della Treccani non ce ne frega proprio niente)

 


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