leopardi e il mal di napoli carlo di lietoAutore: Carlo Di Lieto
Titolo: Leopardi e il "mal di Napoli" (1833-1837)
Sottotitolo: una "nuova" vita in "esilio acerbissimo"
Descrizione: Volume in formato 8°; 1100 pagine.
Luogo, Editore, data: Torino, Genesis, 2014
Collana: Letteratura & Psicanalisi, 34
ISBN: 9788874144396
Prezzo: Euro 60,00
Disponibilità: In commercio

 


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L'itinerario intellettuale del periodo fiorentino-napoletano ha un rilievo fondamentale nella produzione leopardiana, dalla sperimentazione dei nuovi registri tematici dei "canti fiorentini" alla satira politica e di costume fino al messaggio di solidarietà della Ginestra.

Gli esiti nuovi di questo discorso poetico ci avvicinano alla dissonanza di fondo della personalità leopardiana, ricca di complessi motivi d'ispirazione, ma anche di disvelamento della sua "vera" identità.

Il periodo napoletano fu per lui una stagione densa di contatti umani; per il solitario Leopardi, l'impegno per i problemi sociali e culturali entrò a far parte della sua attività intellettuale con l'ultima sua produzione, aperta a diversi esiti stilistico-espressivi e ad una maggiore disponibilità a vivere la vita degli altri.

Questa raccolta di saggi nasce da un decennio di riflessioni e da "sette anni di intenso sodalizio con Giacomo Leopardi", nel tentativo di proporre, attraverso continui ripensamenti un discorso nuovo sull'ultimo Leopardi, senza leggere l'opera leopardiana, in modo fortemente riduttivo, come sublimazione dei mali personali. Del resto, egli stesso, nel 1832, negò che le sue "opinioni filosofiche" si dovessero intendere "come il risultato delle sofferenze particolari" e, replicando, con un tono di sfida, scrive: «io protesto contro tali invenzioni della debolezza e della volgarità, e prego i miei lettori di distruggere piuttosto le mie osservazioni ed i miei ragionamenti che di accusare le mie malattie». Supportato da un diverso canone interpretativo di taglio psicoanalitico, Carlo Di Lieto, cerca di far luce sui reali rapporti di amore/odio tra Leopardi e Ranieri e ricostruisce il tanto discusso ménage à trois di questo "romanzo familiare" con Paolina Ranieri, la sorella di Antonio, amata, fino all'idolatria, dopo la morte.

Si delinea, così, una nuova mappa esegetica, per indagare il complesso universo leopardiano, nell'ultimo soggiorno a Napoli (1833-1837). Un'indagine, che, ad ampio spettro, mira ad analizzare, nella duplice prospettiva, vita-opera, la messa a fuoco della creatività, sul versante del doppio e della malattia. L'alterità irriducibile della natura e i due piani interagenti di poesia e filosofia si sovrappongono, nell'ultima stagione leopardiana, come poetica dell'essere.
Secondo un ordine simmetrico di movimenti contrastanti di fissazione e regressione, si potrà seguire la continuità discontinua delle pulsioni, pur nella variabilità del loro tracciato psichico. L'erranza del desiderio, che favorisce la diade Leopardi-Ranieri con l'autosufficienza del sodalizio, durerà sette lunghi anni e si tramuterà in odio contro le figure parentali. Una costellazione di elementi cognitivi ed affettivi coinvolge, in questo universo immaginario, l'archetipo della "scena primaria", che si impone al di là di ogni esperienza individuale. Essa indica lo scenario su cui si dovrà svolgere il percorso del distacco dalle figure parentali, a partire dalla deflagrazione dell'imago materna e, poi, di quella paterna.

A distanza di circa un secolo dai Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi del Ranieri, tra l'Ottobre e il Novembre 1979, un'accesa polemica divampò pro o contro il Ranieri, sodale interessato o disinteressato, sincero o fedifrago. Qui si tenta anche di rivalutare il Ranieri come scrittore e come "sodale", benché nessuno lo possa mai discolpare dalle menzogne dette ai danni del suo amico prediletto.

A questi saggi sono stati aggiunti ulteriori approfondimenti, con un'inversione di rotta, sulle ultime ipotesi della morte del Leopardi e sul mistero della tomba.


 


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