IL BARONE CONTRO. Don Felice e gli altri signori di San Chirico tra Borbone e Savoia - Raffaele VesceraAutore: Raffaele Vescera
Titolo: Il barone contro
Sottotitolo: Don Felice e gli altri signori di San Chirico tra Borbone e Savoia
Prefazione di Pino Aprile 
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 15); 288 pagine
Luogo, Editore, data: Milano, Magenes, 2014
Collana: Voci dal Sud
ISBN: 9788866490722
Prezzo: Euro 16,00
Disponibilità: In commercio

 


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Don Felice è un uomo di passaggio, fra un passato che sarà vilipeso, denigrato e un futuro che si presenta grande, promettente e che deluderà in modo feroce; delude, in modo feroce, ancora oggi. Don Felice è una sintesi della tragedia dell'Unità malfatta del nostro Paese. (Pino Aprile)

Il quarto barone di San Chirico, il colonnello don Felice Lombardo, fu il più avventuroso della sua casata: erede di una grande fortuna, mise in gioco il suo patrimonio tra tavoli verdi e boudoir. Fu liberale indomabile, ragione per cui il re lo destituì, esiliandolo in terra straniera. Possedette feudi e ricchezze che gli consentirono una vita brillante nella capitale, a spasso tra San Carlo e teatri minori, dove poteva esprimere la sua vocazione per l'arte musicale.

Don Felice sposò due donne, una per obbligo giovanile e l'altra per passione senile. Sottraendosi ai doveri del talamo, trascurò la prima; adorò la seconda, dandole quattro figli, ai quali lasciò in eredità il solo titolo nobiliare.

La vicenda dei baroni Lombardo di San Chirico appartiene all'aristocrazia illuminata napoletana che si è battuta contro il feudalesimo e per lo trasformazione costituzionale della monarchia. Nobili che hanno messo in gioco lo propria esistenza, rinunciando alle prerogative di ceto e pagando con l'esilio, lo confisca del patrimonio e a volte con lo stessa vita l'aspirazione per il nuovo patto sociale che i tempi imponevano.

I baroni Lombardo di San Chirico hanno vissuto tutte le vicende rivoluzionarie del Regno di Napoli, dal 1799 fino all'Unità d'Italia. Unificazione che delude il loro iniziale entusiasmo poiché, anziché favorirne l'inclusione, il nuovo Stato italiano tratta l'ex Regno delle Due Sicilie al pari di una colonia, emarginando i liberali e associando al potere i conservatori trasformisti.

L'AUTORE Raffaele Vescera, foggiano, è giornalista e scrittore. Ha pubblicato vari racconti e novelle su quotidiani e riviste. È inoltre autore del romanzo Inganni, ovvero le memorie ritrovate del barone Nicola Scasso di Lucera, carbonaro poi brigante per guasto d'amore (1992, riedito nel 2007), del romanzo breve Cacciabriganti (1993), tratto dalle memorie del cacciatore di briganti di San Severo, Tommaso La Cecilia, un autentico bounty killer ausiliario dei reparti militari piemontesi, e del romanzo La mola vita di Nicola Morra (Asefi, 2003), ispirato alle memorie di un celebre bandito pugliese.

 


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