libro Giambattista Della Porta. DELLA FISIONOMIA DELL'UOMO. Libri sei - Volume II - A cura di Alfonso PaolellaAutore: Giambattista Della Porta 
Curatore: Oreste Trabucco
Titolo: Pneumaticorum libri tres
Sottotitolo:
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 24 x 17); pagine 214
Luogo, Editore, data: Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, gennaio 2009
Collana: Edizione Nazionale delle opere di Giambattista Della Porta
ISBN: 9788849514575
Condizioni: Nuovo
Note: In appendice: "I TRE LIBRI DE’ SPIRITALI, cioè d’inalzar acque per forza dell’aria"
Prezzo: Euro 30,00
Disponibilità: In commercio

 


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Nel 1601, traendo dalla propria celebre enciclopedia, la Magia naturalis nuova costola, Giovan Battista della Porta dava in luce i Pneumaticorum libri tres. Vi confluivano la pluriennale esperienza, nutrita in compagnia del dotto fratello Gian Vincenzo, dei testi antichi, le conoscenze acquisite nei viaggi, la volontà di compiacere il gusto dei propri mecenati per una materia dilettevole e artificiosa quale l’idropneumatica. Uomo di libri, ben più di quanto amasse dichiararsi, secondo un peculiare eclettismo, qui mescidava il mai deposto Aristotele con la scienza, restaurata dalla filologia umanistica, di Archimede e di Erone Alessandrino. E assai più di quanto apparisse prima facie, l’operetta data alle stampe era per una sua parte cospicua commento agli Pneumatikà di Erone, riportati in auge dalla versione latina del 1575 compiuta dall’illustre matematico urbinate Federico Commandino.
Largamente fruiti tra Cinque e Seicento gli Pneumatikà eroniani, e con diversi intenti: dallo sforzo di suffragare una teoria della materia alternativa a quella peripatetica, e invece corpuscolarista, al piacere di rifarne le macchine ingegnose per adornare incantevoli giardini come quello di Villa d’Este a Tivoli, che della Porta conosce e menziona per esserne proprietario il suo protettore cardinal Luigi. Ben presto, nel 1606, veniva a stampa una versione italiana dei Pneumaticorum libri tres dellaportiani. Traduzione incondita, fitta di travisamenti deprecabili, ad opera di un inidentificabile soi_disant Juan Escrivano. Ma arricchita di nuova materia testuale, senza dubbio proveniente dallo scrittoio di della Porta. Ciò che reclama una volta di più una vigile ecdotica per le opere del naturalista napoletano e attesta la complessa diacronia che ne caratterizza i testi

 


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