Autore: Ippolita Di MaioTitolo: Francesco Curia
Sottotitolo: L'opera completa
Prefazione di Fiorella Scricchia Santoro
Descrizione: Volume in formato 4° (cm 29 x 25); 208 pagine; 16 illustrazioni a colori e 201 in b/n
Luogo, Editore, data: Napoli, Electa Napoli, 2004
ISBN:
Disponibilità: NO
Il primo profilo critico sistematico di Francesco Curia, pittore napoletano di grande qualità eppure scivolato assieme ad altri suoi compagni in quel capiente dimenticatoio che ha custodito per lungo tempo alcuni tra i massimi capolavori dell arte del Mezzogiorno d'Italia.
È nella disperata vitalità della rivolta antispagnola del tardo Cinquecento che sboccia il talento impetuoso e sottile del giovane Francesco Curia, la cui impennata manieristica si riaccende nuovamente e con maggiore intensità al principio del secolo nuovo, raggiungendo esiti formali che trovano paragoni in Italia, in anni così tardi, soltanto nella Milano spagnola dei Procaccini o del Morazzone.
Che gioia quando dalle maglie compiacenti delle nostre previsioni evade, fosse uno soltanto! che tenta di comprendere cosa voglia dire la vita ricreata quale puro disegno! Certo, Francesco Curia arriva un poco in ritardo per attuare con pieno rigoglio queste idee e si accontenta anch'egli di un delizioso surrogato di stile agile, brioso, nerveggiato come di bambù acerbo e verdognolo, ciò che lo potrebbe far credere, senza troppe limitazioni, un Parmigianino o un Pontormo di Napoli (Roberto Longhi).
È nella disperata vitalità della rivolta antispagnola del tardo Cinquecento che sboccia il talento impetuoso e sottile del giovane Francesco Curia, la cui impennata manieristica si riaccende nuovamente e con maggiore intensità al principio del secolo nuovo, raggiungendo esiti formali che trovano paragoni in Italia, in anni così tardi, soltanto nella Milano spagnola dei Procaccini o del Morazzone.
Che gioia quando dalle maglie compiacenti delle nostre previsioni evade, fosse uno soltanto! che tenta di comprendere cosa voglia dire la vita ricreata quale puro disegno! Certo, Francesco Curia arriva un poco in ritardo per attuare con pieno rigoglio queste idee e si accontenta anch'egli di un delizioso surrogato di stile agile, brioso, nerveggiato come di bambù acerbo e verdognolo, ciò che lo potrebbe far credere, senza troppe limitazioni, un Parmigianino o un Pontormo di Napoli (Roberto Longhi).
