Il_Restauro_della_Basilica_di_Santa_Chiara_pAutore: Padre Gaudenzio dell'Aja
Titolo: Il restauro della Basilica di S.Chiara in Napoli
Presentazione di Urbano Cardarelli.
Prima ristampa
Descrizione: Edizione in formato 4° (cm 30 x 22); legatura editoriale in tela con sovraccoperta illustrata; pp. VIII + 405; 198 illustrazioni in b/n e a colori.
Luogo, Editore, data: Napoli, Giannini, 1992
Prezzo: Euro 60,00
Disponibilita': Limitata

 


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Questa opera descrive il restauro della Basilica di S. Chiara, gravemente danneggiata nel bombardamento del 4 agosto 1943. L'autore è Padre Gaudenzio dell'Aja, uno dei francescani superstiti che assistettero impotenti alla devastazione della basilica, che della « resurrezione » è stato uno dei protagonisti per l'incarico, a suo tempo ricevuto dai Superiori dell'Ordine, di affiancare la Soprintendenza ai Monumenti e l'Ufficio del Genio Civile nell'opera di ripristino.

La narrazione, iniziata nel 1978 — venticinquesimo anniversario della riapertura al culto del tempio e altresi' settimo centenario della nascita del fondatore, Roberto d'Angiò, la cui morte, per un curioso gioco di date, era avvenuta esattamente sei secoli prima del funesto 1943 — si attiene rigorosamente alla esposizione obiettiva dei fatti, e si svolge con un tono pacato che solo a tratti lascia trasparire l'emozione, nel ricordo degli eventi vissuti. Dobbiamo essere grati all'Autore se oggi si rende pubblica una storia che finora soltanto pochi napoletani potevano dire di conoscere, e molti non sapevano di conoscere male, attraverso la lente deformante delle polemiche (del resto inevitabili, dato il carattere a dir poco problematico di una simile operazione).

Indubbiamente, la vivacita' di alcune discussioni fra esperti testimoniava la vitalita' dell'ambiente culturale non soltanto napoletano, per il quale il ripristino di S. Chiara fu un evento emblematico, la cui portata storica, culturale, scientifica — ma, soprattutto, umana — acquistò risonanza mondiale. Per chi si interessava di architettura e di storia il cantiere di S. Chiara costitui' per anni un riferimento culturale, un punto di osservazione tecnica e di riflessione storico-critica; per chi viveva nel quartiere, un motivo di speranza per una prossima reintegrazione del tempio nel contesto della vita quotidiana; per tutti i napoletani, poi, il segno tangibile del definitivo superamento dell'esperienza bellica e del passato doloroso che essa, con le rovine ancora presenti, ricordava.

L'opzione basilare, per un restauro rivolto al ripristino della spazialita' trecentesca — che gia' emergeva evidente fin da quando s'era dissolta, in maniera irreversibile, la decorazione settecentesca — continuò a proporre, durante tutta la durata dei lavori, sempre nuove scelte di dettaglio, che fossero coerenti con l'impostazione data e che gli operatori si sforzarono di eseguire con senso critico e documentazione, nel rispetto dei princi'pi del restauro monumentale a quel tempo vigenti, cercando di conciliare l'istanza storica con quella estetica.
Il volume riferisce anzitutto le scrupolose ricerche, eseguite in loco e in archivio, che hanno consentito di correggere qualche precedente svista e hanno dato fondamento al lavoro di ripristino delle antiche strutture.
Poi descrive, in ordine di tempo, le varie operazioni tecniche : dalla copertura dell'aula basilicale al primo saggio di ripristino eseguito sulla quarta cappella di sinistra con la soprastante bifora; dalla ricomposizione del rosone e dei monumenti sepolcrali alla messa a nudo dell'altare trecentesco, eseguite dalle maestranze del fiorentino Opificio delle Pietre Dure, con la sistemazione a rudere dei pezzi irrecuperabili e la leggera visibile integrazione di quelli meno danneggiati.
Tratta, infine, i rilevanti problemi di consolidamento statico e di ripristino delle strutture portanti della chiesa e del contiguo oratorio interno, il cui tetto non fu risparmiato dall'incendio. Dalle pagine del libro risulta la complessita' del lavoro di restauro eseguito, in cui si intrecciavano questioni estetiche, storico-critiche e statica-strutturali, che richiesero un continuo e difficile sforzo di coordinamento.

 


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