Pietro Colletta
Pietro Colletta, storico e generale (Napoli 1775 - Firenze 1831); ufficiale del genio, partecipò alla campagna del 1798 contro i Francesi, ma nel 1799 fu per la repubblica. Nel decennio francese fu giudice di famose cause politiche, partecipò all’impresa di Capri (1808) e alle campagne del 1814 e 1815; trattò, con gli Austriaci, la convenzione di Casalanza. Alla Restaurazione, conservò il grado, pur restando in disparte. In seguito alla esperienza della rivoluzione del 1799, egli rifuggì da ogni soluzione politica democratica e restò fermo al principio monarchico, e a concezioni paternalistiche. Quindi durante la rivoluzione del 1820-21, che lo vide comandante del genio, capo del corpo di spedizione in Sicilia e ministro della Guerra, egli fu di quei “murattiani” che si sforzarono d’impedire il completo sconvolgimento dell’ordine monarchico da parte dei Carbonari. Caduto il regime costituzionale, il C. fu esiliato a Brno (1821); trasferitosi in Toscana (1823), in assiduo contatto con i migliori ingegni che vi risiedevano.