Anna Maria Ortese
Anna Maria Ortese è nota soprattutto per "Il mare non bagna Napoli", pubblicato nel 1953 con esiti clamorosi e controversi: il suo ritratto, lucido e spietato, della città e degli intellettuali napoletani, le procurò stroncature e aspri risentimenti che, con tutta probabilità, incisero fortemente sulla fortuna critica delle sue opere e sul tormentato rapporto con la sua città di elezione, dove peraltro, fra il '45 e il '50, si era appassionatamente impegnata come redattrice della gloriosa rivista "Sud", recentemente rifondata. La Ortese, in realtà, aveva pubblicato poesie e novelle fin dal 1933. Ma è del 1937 l'edizione della sua prima raccolta di novelle: "Angelici dolori", promotore Massimo Bontempelli. Saranno, però, "Il porto di Toledo", pubblicato nel 1975 - una sorta di autobiografico romanzo di formazione, misto di prosa e di poesia - e la trilogia del fantastico a conquistarle un pubblico più vasto. "L'iguana" (1965), "Il cardillo addolorato" (1993), "Alonso e i visionari" (1996), infatti, restano impressi in modo indelebile nel ricordo dei lettori, con i protagonisti-bestie umane, che popolano l'universo "visionario" della scrittrice. Dopo una vita travagliata e raminga, divenuta appena più sopportabile a seguito del conferimento del vitalizio previsto dalla legge Bacchelli, Anna Maria Ortese, approda a Rapallo, dove muore, il 10 marzo del 1998.