O_Sistema_pAutori: Matteo Scanni - Ruben H. Oliva
Titolo: 'O Sistema. Libro + DVD
Sottotitolo: Un'indagine senza censure sulla camorra.
Descrizione: Libro in formato 8°; 140 pagine.
DVD di 72'
Luogo, Editore, data: Milano, Rizzoli, 2006
Disponibilita': No

Dagli scippi alla prostituzione, dal traffico di eroina alla vendita di merci contraffatte, dalle tangenti sugli appalti al racket dei negozi, a Napoli tutto si muove secondo la legge di 'o Sistema, il meccanismo perverso della criminalita' organizzata.

Matteo Scanni e Ruben H. Oliva, giornalisti e registi, lo descrivono attraverso le voci e i volti dei protagonisti impegnati a combatterlo.

Il FILM, trenta ore di girato poi compresse con pazienza nei 72 minuti del documentario, racconta senza censure l'agguato al boss che si è dissociato, il pianto dei suoi familiari, il "palo" in sella al motorino, il circuito dello spaccio di Scampia, la faida di Secondigliano, le ville hollywoodiane del feudo dei Casalesi.
Il LIBRO ricostruisce una mappa aggiornata degli affari della camorra a Napoli e in provincia, ripercorre l'ultima guerra tra clan, quella del 2005, e mostra gli scenari futuri. Non rassicuranti, purtroppo.

La videocamera, una Canon XL2, riprende il cadavere di Nunzio Giuliano, coronato dalle lettere messe li' dalla scientifica per segnare i bossoli. Donne che urlano e curiosi, intorno. Un set di pieta'. Fa impressione, ma chi vive a Napoli c'ha abbondantemente fatto il callo.

II giornalista freelance Matteo Scanni e il regista Ruben H. Oliva hanno filmato questo: due anni di «vicende» partenopee, dal singolo morto ammazzato alla maglia di traffici illeciti, fino agli umori di citta' e provincia.

Scanni, milanese, e Oliva, di origine argentina, vantano in coppia diverse produzioni dal taglio d'inchiesta. Nel capoluogo campano ci sono finiti dopo aver appreso un semplice dato. «Ci ha sconvolto la lettura della statistica secondo cui Napoli piange in media cento morti all'anno— dice Scanni —. Con tremila omicidi negli ultimi 25 anni. Volevamo approfondire». Le prime riprese a Napoli risalgono al 2005, poco prima della guerra di Secondigliano. L'opera — che ha vinto in giugno il Premio Ilaria Alpi — è costruita secondo lo schema dell'inchiesta classica.
«Abbiamo provato nel nostro piccolo a scovare qual è l'humus che fa sopravvivere il potere camorristico da 30 anni piu' o meno sempre nelle mani delle stesse famiglie». Scorrono immagini che l'Italia ha imparato a riconoscere ma non a conoscere: a partire dal ghetto di Scampia, che gli obiettivi visitano in notturna, per spingersi nel piu' subacqueo mal di vivere del Casertano (le condizioni borderline di Casal di Principe o Castelvolturno). Semanticamente esatto il titolo, «'O sistema», termine che per strada identifica la rigenerazione della camorra anni 2000 secondo un asset piu' ferocemente imprenditoriale. Piu' che i luoghi, a «fare» il documentario sono soprattutto le voci. Si passano idealmente il bandolo della testimonianza diversi esponenti della societa' civile: tra gli altri, Amato Lamberti, Domenico Pizzuti (rispettivamente ex ed attuale direttore dell'Osservatorio sulla camorra), padre Giorgio Poletti, comboniano di frontiera sul litorale domizio che nel doc dice di sé «sono un miracolo vivente».

Un solo politico in video: Lorenzo Diana, Ds, membro della commissione antimafia, da anni sotto scorta. «Credo sia stato Lamberti a dire la cosa delle cose — spiega Scanni —, e cioè che a Napoli il problema non è militare (esercito si', esercito no) ma politico.E secondo me anche sociale, antropologico. Finché gli amministratori non tradurranno in atti concreti gli input che le giungono dagli organismi antimafia o dalla societa' civile, non cambiera' mai niente». Ad intervalli la parola passa a due studentesse. Due ragazze che abitano in fitto con altri coetanei al centro storico. Descrivono un mena'ge quotidiano colmo di tensioni. «Sono i loro racconti quelli che fanno riflettere di piu' sul vissuto di ogni giorno in citta'». Ma Napoli è anche un cratere di impulsi per succose ispirazioni d'arte. Ultime sfornate: il film Bianco e Nero sulla Babele di piazza Garibaldi presentato da Antonio Capuano al Premio Napoli e la docufiction L'udienza è aperta di Vincenzo Marra. Il freelance afferma: «A Milano spesso mi annoio. A Napoli difficilmente potrebbe accadere. È uno stimolo continuo. Sia io che Ruben ne siamo innamorati». I videomaker hanno alloggiato a Pozzuoli, da amici, durante i mesi di lavoro. Il documentario è totalmente autoprodotto. Girato, montaggio, annessi e connessi, sono tutte spese vive affrontate con le proprie tasche.
Matteo Scanni, giornalista, regista, autore teatrale, docente alla Scuola di giornalismo dell'Universita' Cattolica di Milano, ha pubblicato numerose inchieste su sistemi criminali e caporalato per "il Mondo", "Corriere Lavoro", "Corriere della Sera", "l'Espresso", "D La Repubblica delle Donne" e "Diario". Con i suoi studenti ha vinto il Premio Sodalitas (2004 e 2006) e il Premio Ilaria Alpi (2005).

Ruben H. Oliva, giornalista e regista, ha iniziato la carriera a Radio Popolare, approdando poi a "Il Giorno", "Il Secolo XIX" e "la Repubblica". Noto per le sue inchieste e approfondimenti pubblicati sui maggiori settimanali italiani e esteri, attualmente scrive su "Diario". Vicedirettore di un Tg e capostruttura di una tv in Argentina, ha realizzato oltre 200 documentari vincendo i piu' prestigiosi premi internazionali. Dal 1999 ha realizzato tutti i programmi di Rai Tre di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, e nel 2006 è stato regista del loro primo film Quando c'era Silvio.
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