Ernesto Grassi
Giornalista napoletano, classe 1900, Ernesto Grassi attraversò uno dei periodi piu' travagliati della storia italiana, e lo fece in modo molto brillante. Nato a Napoli il 24 settembre del 1900 da famiglia piccolo borghese (padre bancario) che non nuotava certo nell'oro, gia' a diciotto anni Grassi, allievo del grande "Triplepatte" Ugo Ricci, scriveva sul "Mattino" quei "Mosconi" che portavano all'attenzione dei più, i fatti di maggior rilievo che scandivano le dorate esistenze dell'alta borghesia e della nobilta' napoletane del tempo. Bastarono meno di tre anni perché conquistasse notorieta' e frequentazioni illustri. Tutta la "Napoli che conta" fu alla sua portata. Tra i tanti, Toto', De Sica, i De Filippo, personaggi con i quali strinse sodalizi fecondi. Proprio per Eduardo scrisse "24 ore dell'uomo qualunque", una commedia espressionista che De Filippo fece conoscere ben oltre gli angusti ambiti nazionali. Di ispirazione crepuscolare, invece, "La casa delle ortensie" scritta per Raffaele Viviani. A Nino Taranto donò un pezzo comico di razza: "Commissario notturno". Vicedirettore del "Mattino" e caporedattore del "Corriere di Napoli", ma con incarichi di responsabilita' ben superiore a quelli ufficiali, tra gli anni '30 e '40 fu anche brillante "inviato speciale" e, verso la fine della sua lunga carriera, apprezzato critico teatrale. Ernesto Grassi chiuse gli occhi nel 1963, nella sua Napoli che oggi lo ricorda.