Curatore: Luca Trevisan
Titolo: Tarsie Lignee del Rinascimento in Italia
Fotografie: Luca Sassi
Descrizione: Volume rilegato, con sovracoperta plastificata, in formato 4° (cm 32,5 x 27,5); 256 pagine; ampio apparato fotografico a colori
Luogo, Editore, data: Schio (VI), Sassi, 2011
ISBN: 9788896045282
Prezzo: Euro 49,00
Disponibilità: In commercio
Un'assoluta novità, il primo libro d'arte consacrato a questo tema, che mostra con grande ricchezza di particolari la magia delle tessere di legno accostate. Dallo studiolo di Federico da Montefeltro ad Urbino alla sacrestia di Santa Maria in Organo a Verona, dalla Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo alla Certosa di San Martino a Napoli, il volume ripercorre la fortune delle tarsie lignee nell'Italia del Rinascimento dal Nord al Sud, dalla seconda metà del Quattrocento fino alla fine del XVI secolo.
Una campagna fotografica totalmente nuova, realizzata appositamente per il volume, valorizza per la prima volta la grande ricchezza cromatica e iconografica di quest'arte ancora in gran parte sconosciuta, ricca di dettagli sorprendenti, inaspettati e frutto di un virtuosismo tecnico e artistico di eccezionale qualità.
La grande stagione artistica del Rinascimento italiano che si sviluppò tra il Quattro e il Cinquecento ebbe un capitolo importante e tuttavia spesso sottovalutato: la tarsia lignea. Questo fenomeno artistico, straordinariamente raffinato per tecnica esecutiva e contenuti culturali, andò di pari passo con l’evoluzione delle cosiddette arti maggiori – la pittura, la scultura e l’architettura –, ne seguì gli sviluppi teorici e le speculazioni intellettuali. Uno dei più significativi maestri in questo campo fu Fra’ Giovanni da Verona, intarsiatore, ma anche architetto, miniatore e scultore, perfettamente aggiornato sulle novità artistiche del suo tempo. Il ciclo mirabile di Santa Maria in Organo a Verona, che Vasari definì come “la più bella sagrestia che fusse in tutta Italia”, esempio paradigmatico della tarsia lignea rinascimentale, mostra un linguaggio artistico perfettamente consapevole della scienza prospettica, aggiornato sugli sviluppi più recenti dell’arte e della conoscenza in genere. Alcune delle sue tipiche forme geometriche possono essere facilmente ritrovate nel famoso e coevo trattato del matematico Luca Pacioli, De Divina Proportione. Ma gli esempi di come l’arte dell’intarsio ligneo nel Rinascimento si sia sviluppata parallelamente alle arti maggiori non finiscono certo qui. Non è un caso che il più celebre studiolo realizzato con questa tecnica sia quello di Federico da Montefeltro, in quella Urbino che era senza dubbio una delle culle della cultura matematica e artistica dell’epoca, dove trovarono espressione artisti come Piero della Francesca e matematici come il già citato Luca Pacioli.
Questo volume, grazie ad una campagna fotografica totalmente nuova, che mette in risalto i dettagli delle tarsie e la loro straordinaria complessità tecnica e artistica, segue lo sviluppo di quest’arte a cavallo tra XV e XVI secolo, ne percorre le diverse declinazioni regionali, dalla Lombardia e il Veneto fino a Napoli e all’Italia meridionale, pur evidenziando al contempo la comune appartenenza ad un unico clima culturale e ad un linguaggio artistico cosmopolita come fu quello degli artisti rinascimentali.
LUCA TREVISAN, studioso di arte e architettura, ha pubblicato diversi saggi sull’arte veneta del XVI e XVII secolo, dedicando attenzione all’architettura vicentina e in particolare al lavoro dell’architetto Antonio Pizzocaro. Per SASSI ha pubblicato Palladio. Le Ville (2008) e Vicenza, Arte, architettura e paesaggio (2009).
Una campagna fotografica totalmente nuova, realizzata appositamente per il volume, valorizza per la prima volta la grande ricchezza cromatica e iconografica di quest'arte ancora in gran parte sconosciuta, ricca di dettagli sorprendenti, inaspettati e frutto di un virtuosismo tecnico e artistico di eccezionale qualità.
La grande stagione artistica del Rinascimento italiano che si sviluppò tra il Quattro e il Cinquecento ebbe un capitolo importante e tuttavia spesso sottovalutato: la tarsia lignea. Questo fenomeno artistico, straordinariamente raffinato per tecnica esecutiva e contenuti culturali, andò di pari passo con l’evoluzione delle cosiddette arti maggiori – la pittura, la scultura e l’architettura –, ne seguì gli sviluppi teorici e le speculazioni intellettuali. Uno dei più significativi maestri in questo campo fu Fra’ Giovanni da Verona, intarsiatore, ma anche architetto, miniatore e scultore, perfettamente aggiornato sulle novità artistiche del suo tempo. Il ciclo mirabile di Santa Maria in Organo a Verona, che Vasari definì come “la più bella sagrestia che fusse in tutta Italia”, esempio paradigmatico della tarsia lignea rinascimentale, mostra un linguaggio artistico perfettamente consapevole della scienza prospettica, aggiornato sugli sviluppi più recenti dell’arte e della conoscenza in genere. Alcune delle sue tipiche forme geometriche possono essere facilmente ritrovate nel famoso e coevo trattato del matematico Luca Pacioli, De Divina Proportione. Ma gli esempi di come l’arte dell’intarsio ligneo nel Rinascimento si sia sviluppata parallelamente alle arti maggiori non finiscono certo qui. Non è un caso che il più celebre studiolo realizzato con questa tecnica sia quello di Federico da Montefeltro, in quella Urbino che era senza dubbio una delle culle della cultura matematica e artistica dell’epoca, dove trovarono espressione artisti come Piero della Francesca e matematici come il già citato Luca Pacioli.
Questo volume, grazie ad una campagna fotografica totalmente nuova, che mette in risalto i dettagli delle tarsie e la loro straordinaria complessità tecnica e artistica, segue lo sviluppo di quest’arte a cavallo tra XV e XVI secolo, ne percorre le diverse declinazioni regionali, dalla Lombardia e il Veneto fino a Napoli e all’Italia meridionale, pur evidenziando al contempo la comune appartenenza ad un unico clima culturale e ad un linguaggio artistico cosmopolita come fu quello degli artisti rinascimentali.
LUCA TREVISAN, studioso di arte e architettura, ha pubblicato diversi saggi sull’arte veneta del XVI e XVII secolo, dedicando attenzione all’architettura vicentina e in particolare al lavoro dell’architetto Antonio Pizzocaro. Per SASSI ha pubblicato Palladio. Le Ville (2008) e Vicenza, Arte, architettura e paesaggio (2009).